Marc Augé, etnologo francese, definisce nonluoghi, quegli spazi anonimi (supermercati, aeroporti) dove ogni individuo è un «codice sostituibile».

"Davanti al computer ho l'impressione di essere padrone della mia comunicazione, soprattutto se firmo con un nome inventato e comunico in modo quasi istantaneo con individui che vivono dall'altra parte del mondo. Rimane da capire quale tipo di relazione si stabilisce in questo modo e qual è la natura della libertà che mi trovo a esercitare in quanto soggetto «comunicante»: il passaggio su Internet può essere preliminare alla costruzione di una relazione nel senso comune del termine, come accade con gli annunci economici sui giornali. In questo caso il «virtuale» è una promessa di «attuale», un mezzo, un mediatore. Ma non si tratta di questo nelle pratiche del «social networking», finalizzate alla costruzione di relazioni che ambiscono alla creazione di un'altra realtà.
Questa finalità e questa ambizione sono proprie del mondo contemporaneo, nel quale la parte dedicata alla fiction e all'immagine aumenta senza sosta. È necessario studiarle senza prenderle alla lettera non come se il mondo che vanno abbozzando si fosse effettivamente sostituito al mondo reale, ma come uno dei fattori che oggi modificano la nostra relazione con la storia e con l'attualità.
Uno degli aspetti più sottili della società dei consumi, che in questo senso è un successo ideologico completo, è il fatto di rendere desiderabili e acquistabili le istruzioni per l'uso che fabbrica ad hoc».